Pagina:Opere di Niccolò Machiavelli VI.djvu/177

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atto primo. 157

fucci, alla quale dette tante laudi, e di bellezze, e di costumi, che fece restare stupido qualunque di noi; e in me destò tanto desiderio di vederla, ch'io, lasciato ogni altra deliberazione, nè pensando più alle guerre, o alla pace d’Italia, mi messi a venir quì, dove arrivato ho trovato la fama di Madonna Lucrezia essere minore assai, che la verità, il che occorre rarissime volte, e sommi acceso in tanto desiderio d’essere seco, che io non truovo loco.

Siro
Se voi me ne avessi parlato a Parigi, io saprei che consigliarvi; ma ora non so io che ve ne dire.
Callimaco
Io non ti ho detto questo per voler tuoi consigli, ma per sfogarmi in parte; e perchè tu prepari l’animo ad aiutarmi, dove il bisogno lo ricerchi.
Siro
A cotesto son io paratissimo; ma che speranza ci avete voi?
Callimaco
Ahimè, nessuna o poca; e dicoti in prima mi fa guerra la natura di lei, che è onestissima e al tutto aliena dalle cose d’amore; avere il marito ricchissimo, e che al tutto si lascia governare da lei, e se non è giovane, non è al tutto vecchio, come pare; non avere parenti, o vicini con chi ella convenga ad alcuna vegghia o festa, o ad alcuno altro piacere, di che si sogliono dilettare le giovani; delle persone meccaniche, non gliene capita a casa nessuna; non ha fante, nè famiglio, che non tremi di lei; in modo che non ci è luogo d'alcuna corruzione.
Siro
Che pensate adunque poter fare?
Callimaco
E’ non è mai alcuna cosa sì disperata, che non vi sia qualche via da poterne sperare, benchè la fusse debole e vana; e la voglia e il desiderio, che l’uomo ha di condurre la cosa, non la fa parere così.
Siro
In fine, e che vi fa sperare?
Callimaco
Due cose. L’una, la semplicità di Messer Nicia, che benchè sia Dottore, egli è il più semplice e il più sciocco uo-