Vai al contenuto

Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/103

Da Wikisource.

73

in alcun luogo forte. Egli non fece continuamente altro che andar correndo colle navi su e giù rasente le spiagge marittime. E quantunque imprudentemente Totila desiderasse di venire al fatto d’armi con lui e con tutto l’esercito de’ Romani, non potè mai a ciò ridurlo: tanto era il timore, che preso avea Belisario! Non riparò questi adunque in nissun modo alle disgrazie della Italia: chè anzi di più lasciossi scappar dalle mani e Roma e le altre città, che pur tenevansi ancora a devozione dell’Imperio. Non ricevendo egli poi in quella guerra alcun denaro dall’erario imperiale, diessi ad un’avarizia profonda; ed ogni suo studio rivolse a cercar la maniera di spendere il meno che gli fosse possibile. Per questo quasi tutti gl’Italiani, i Ravennati, e i Siciliani, e quanti altri la fortuna gli diè in potere, crudelmente spogliò, multandoli, non so con che diritto, perfino de’ pensieri della vita antecedente. Così volendo fare con Erodiano, il richiese di denaro, la richiesta accompagnando con minacce acerbissime, delle quali piccato quegli, il giuramento rivocò che dato avea a’ Romani; e le sue coorti, e sè stesso, e Spoleto, affidò a Totila, e ai Goti.