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Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/194

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addosso i Persiani, o in Europa tanti Barbari strappar loro ogni giorno quanto aveano, trovarono Giustiniano più crudele de’ Barbari. Non appena partiti i nemici i possessori de’ campi vedeansi oppressi da decreti di annona, d’imposte, di descrizioni. Ed ecco cosa que’ decreti contenevano.

I possessori di campi doveano, ognuno in una determinata porzione, somministrare al soldato romano i viveri, e la tassa di questo tributo era fatta, non considerate le difficoltà delle circostanze attuali, ma il preesistente pubblico regolamento. Se poi ne’ loro campi non aveano quanto occorreva ai soldati e ai cavalli di questi, erano i miseri obbligati a comprarlo a gran prezzo, e dalla più rimota provincia, se così fosse d’uopo, portare i generi agli accampamenti, o dovunque i soldati stanziassero. Di più era in pieno arbitrio degli Opzioni dell’esercito1 il misurare ed apprezzare i generi; e non valeva il reclamare che si stesse alla giusta estimazione degli uomini. Annona chiamasi questa, per la quale venendo i possessori di campi annualmente a pagare un tributo dieci volte maggiore, forza è che vadano in ruina, massime se oltre a quanto l’annona militare esige, occorra di più portar frumento a Costantinopoli. Nè fu il solo Barsame che così facesse, ma così pur fatto avea Giovanni cappadoce, e così fecero que’ che vennero dopo. Tale è l’annona.

L’imposta poi è come una peste improvvisa che re-

  1. Opzioni erano detti dai Romani quelli che davano le razioni de’ viveri ai soldati. Qui il significato pare esteso ai magazzinieri, o forse meglio ai Commissarii di guerra.