Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/226

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o meditavasi di fare; e queste cose poi ritornando riferivano agl’Imperadori e magistrati: i quali tutti così opportunamente informati, non erano più colti all’improvviso, avendo avuto tempo di prendere le necessarie misure. Simile pratica usarono anticamente anche i Persiani; e Cosroe, secondo che dicesi, grossi premii diede agli esploratori suoi, molti tenendone continuamente nelle terre de’ Romani: onde poi assai bene provvide alle sue cose. Al contrario, fra gli altri danni che i nostri ebbero, quello è singolare, che il paese de’ Lazii fu dai nemici occupato senza che i Romani avessero saputo mai ove il re di Persia fosse per volgere l’esercito.

In addietro mantenevasi pure un gran numero di camelli, i quali seguivano i soldati, e ne portavano i bagagli: con ciò risparmiandosi questa cura ai coloni, o ai parenti. Quasi tutti questi camelli Giustiniano tolse pur via: d’onde viene, che quando l’esercito muove contro il nemico, nulla s’abbia di quanto convenga. Così adunque erano condotte le cose, che tanto importavano al servizio dello Stato.

CAPO XXXII.

Giustiniano ruba altrui anche motteggiando. Caso del causidico Evangelo.

Ma de’ casi in cui per avidità scherzò, sarà bene riferirne alcuno. Tra i causidici di Cesarea uno fu, Evangelo di nome, uomo non ignobile, il quale prevalendosi