Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/250

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CAPO VIII.

1.° La figliuola, per la quale Anastasio veniva ad essere nipote di Teodora, era l’unico frutto del matrimonio di lei con Giustiniano. Avea essa desiderato alcun maschio, ma invano; e dicesi, che avendo per ottenerlo pregato il sant’uomo Saba ad intercederlo a lei da Dio, quegli ricusò risolutamente di aderire alle sue istanze. Ciò viene raccontato da Cirillo di Scitopoli, contemporaneo di Procopio. Costantino Manasse ha lasciato scritto, che Giustiniano non avea nè figlie, nè figli, nè razza alcuna da succedergli; ma in ciò egli si è ingannato. Presso Fozio patriarca, autore della celebre Biblioteca, lo storico Teofane bizantino fa menzione di un Teodoro soprannominato Ziro, chiamandolo figliuolo di Giustiniano. Potrebbe darsi, dice l’Alemanno, che lo avesse avuto da altra donna dopo la morte di Teodora: questi fu un bastardo avuto in fatti dopo la morte di Teodora; nè era probabile che Teofane fosse stato indotto in errore, come altri, fra i quali, parlando de’ nostri, possiamo annoverare il Volaterrano mentovato di sopra, e il Panvino, i quali dissero Giustino II nipote di Giustiniano per parte di figlia, quando lo fu per parte di Vigilanza sua sorella. Del matrimonio di Giovannina con Anastasio si parlerà in appresso.

2.° La libertà colla quale Procopio parla in questo libro, non fa meraviglia, poichè, conforme egli ha premesso nella Introduzione, lo ha scritto appunto per poter dire liberamente quello, che avea dovuto per prudenza tacere negli altri. Ma deve far meraviglia quello che negli altri, e segnatamente nel 3.° della Guerra gotica, di Belisario e della sua seconda spedizione in Italia scrisse e divulgò vivente ancora quel Capitano. Eccone le parole. Belisario vergognosamente si partì per Costantinopoli, dopo che per cinque interi anni non avea mai potuto metter piede in Italia, nè avanzare verso alcun luogo con cammino sicuro; ma in tutto quel tempo si stette fuggendo come di nascosto, e da un presidio marittimo passando coll’armata ad un altro: per lo che con più sicurezza i nemici soggiogarono