Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/278

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Samaritani proclamato), il quale si appropriò tutti i titoli, e per fino il nome di Giustiniano. Se ne ha il documento nell’Editto vii. Colui adunque dicevasi: Imperadore Cesare Flavio Giustiniano, Alemanno, Gotico, Francico, Germanico, Anto, Alano, Vandalico, Africano, Pio, Felice, Inclito, Vittorioso, Trionfatore, sempre Augusto, Giuliano. Ma ciò non è tutto. Costui assunse anche il titolo di Messia, e si annunciò come un grande Conquistatore, il quale alla testa della sua nazione dovea colle armi distruggere tutto il popolo cristiano.

6.° Ha cercato l’Alemanno di diminuire l’odiosità, di cui Procopio carica Giustiniano, ove dice che senza alcun senso di umanità ordinò la riscossione dei tributi soliti, niun riguardo avendo alle devastazioni sofferte per tanti tumulti. Ma dopo avere allegata in contrario l’autorità di Cirillo di Scitopoli, che dice nella provincia detta la Palestina Prima, ove la sedizione de’ Samaritani avea fatto maggiori ruine, essersi fatta remissione di un dodici per cento; aggiunge, che in Scitopoli, ove i danni sofferti erano stati minori, i Vescovi, i quali aveano avuto l’incarico di fissare la minorazione del tributo, aveanla ridotta all’uno per cento; che tali minorazioni erano fissate pe’ soli Ecclesiastici, e da Giustiniano negate risolutamente a tutti gli altri, pe’ quali pare che si fosse con gran calore adoperato presso di lui il sant’uomo Saba; e conclude, che anche la minorazione del tredici per cento al clero, considerata la moltitudine delle chiese e de’ monasteri della Palestina, e i disastri calamitosi in quel paese sofferti, diveniva cosa ridicola. Egli medesimo adunque giustifica Procopio nel tempo stesso in cui avea creduto che avesse alquanto esagerato.

7.° Veggiamo ora quanto sia veridico Procopio per ciò che riguarda i Gentili. Teofane scrive che nell’anno terzo del suo regno Giustiniano imperadore fece una grande persecuzione contro i Gentili, e tutti gli Eretici, e ne confiscò le sostanze. E chi erano questi Gentili? Non i soli poveri abitanti di lontani villaggi, ma bensì i primarii uomini della Corte imperiale; ed Esichio, Teofane, Svida, e Procopio nostro altrove, nominano