Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/386

Da Wikisource.
346

quella veste così intinta si conserva nella reggia a testificazione dell’accaduto, e a guarimento futuro de’ posteri che cadano in morbi insanabili.

CAPO VIII.

Tempio dell’Arcangelo Michele nell’Anaplo. Di Giovanni Battista nell’Ebdomo. Altro tempio dell’Arcangelo nel littorale d’Asia; e chiesa della Madre di Dio.


Così, come abbiam detto, Giustiniano adornò il seno Ceras. In quanto appartiene agli altri due seni, de’ quali ho parlato poc’anzi, i lidi de’ medesimi con belli edifizii parimenti illustrò. Due tempii dedicati all’Arcangelo Michele, e posti l’uno contro l’altro, stavano da una e dall’altra parte sullo stretto: uno era nell’Anaplo alla sinistra de’ naviganti verso il Ponto-Eussino; l’altro sul lido opposto, detto dagli antichi, per quanto io credo, Proochthos, perchè lungi oltre la spiaggia soprastà: oggi lo chiamano Brocos; e l’ignoranza degl’indigeni nel corso de’ tempi n’ha corrotti i nomi. Veggendo i sacerdoti dell’uno e dell’altro tempio, che questi erano diroccati, e temendo presto o tardi di restare sotto le rovine de’ medesimi, supplicarono l’Imperadore che volesse ristaurarli nella forma di prima; e ciò perchè sotto il principato suo nè fabbricarsi una nuova chiesa, nè ristaurarsene una che andasse in rovina si poteva, se non a spese imperiali, non solo in Costantinopoli, ma in nessuna altra parte dell’orbe romano. Offertaglisi