Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/388

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differenti, che quella di S. Giovanni Battista non è posta sul mare.

Così nell’Anaplo è fabbricato il tempio dell’Arcangelo. Ma nell’opposto lido, poco è lontano dal mare il luogo piano naturalmente, e fatto alto con gran massa di pietre, in cui è l’altro dell’Arcangelo stesso, sì bello, sì grande, e sì magnifico, da potersi dire degnamente sacro a S. Michele, e fabbricato da Giustiniano Augusto. Non lungi v’ha il tempio della Madre di Dio, il quale essendo rovinoso, egli similmente ristaurò: la cui eccellenza se volessi considerare, ed esporre con parole, il discorso andrebbe troppo in lungo. Or segue una parte di storia già da tempo attesa.

CAPO IX.

Tolti di mezzo i lenoni, una certa reggia vien trasmutata in monastero, destinato alle meretrici penitenti, e detta la Penitenza. Tempio di S. Panteleemone sul promontorio. Spedale nell’Argironio. Tempio dell’Arcangelo nel Mocadio. Tempii di S. Trifone, de’ SS. Mena e Meaco, e di S. Ja.


Era in quel lido un’antica reggia, bella a vedersi. Giustiniano Augusto la consecrò tutta a Dio, al presente piacere preferendo il frutto di pietà, che in tal modo ne trasse. Aveavi in Costantinopoli una greggia di donnicciuole, costrette a servire nel lupanare a venere; perciocchè poco dando ad esse da mangiare il lenone da cui dipendevano, sicchè non uscivano mai