Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo I.djvu/429

Da Wikisource.

389

ragione di ciò è questa, che bisognava per attingerne andare per luoghi scoscesi e diritti; facili soltanto agli uccelli, e per gli uomini presentanti un inevitabile precipizio; e gli uccelli soli, se alcuno tendesse insidie ad essi colà, potrebbero liberarsene. Fu dunque tratta fuori della città una fossa fino a quella fonte, non aperta alla vista, ma per quanto fu possibile, coperta; e per essa potè aversi l’acqua senza pericolo, e senza difficoltà.

Le mura della città di Calcide, già rovinose, e da nessuna opera protette, con lavori saldissimi furono parimente dall’Imperadore riparate, e vi fu aggiunto un muro esterno. Similmente egli fortificò le altre città, e i castelli della Siria a segno che ora possono fare invidia.

Di questa maniera Giustiniano Augusto mise quella provincia in sicurezza. La Fenicia che stendesi al Libano, ha Palmira, città in addietro fondata in luogo circondato da un deserto, e collocata intanto in sito opportunissimo per tenere d’occhio le mosse de’ Saraceni nostri nemici. Ed infatti fu piantata colà per vedere le improvvise incursioni di que’ barbari sulle terre dell’Impero romano. Questa città pertanto di poco non desolata dal tempo, Giustiniano fortificò oltre quanto possa dirsi; la provvide abbondantemente d’acqua; e postovi grosso presidio, mise i Saraceni fuori di stato di fare scorrerie sulle nostre terre.