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160 GUERRE PERSIANE

ghi dell’Asia, e quindi rivennero nel Chersoneso per aggiugnere i loro compagni e ripatriare. Usciti eziandio una terza volta de’ proprii confini misero a bottino l’Illiria e la Tessaglia, ma portatisi alle Termopili1 trovaronvi insuperabile difesa; nel rintracciare nondimeno la via di ascendervi più agevolmente scontransi fuor d’ogni speranza in tal sentiero che guidali alla sommità d’un sovrastante poggio, e di là scagliatisi contra dei Greci espugnaronli tutti, de’ Peloponnesiaci all’infuori. Non guari dopo queste cose i Persiani, rotti gli accordi, assalgono le frontiere orientali dell’imperio, ed in qual modo il facessero verra da me esposto quando avrò detto che Belisario sconfitto Vitige mandollo prigioniero a Bizanzio.

III. L’imperatore avvertito che il re persiano approntava la guerra inviògli una lettera, per indurlo a cambiar di pensiero, col mezzo di Anastasio, personaggio tenuto in grande estimazione di prudenza, e dimorante allora nella capitale, di ritorno dalla città di Dara per lui in addietro liberata dalla tirannia2. La scritta era in questi termini:

«Il saggio e pio non perde mezzo di troncar subito i motivi d’una germogliante guerra, ove in ispecie combatter debba contro gli amicissimi suoi; l’impru-

  1. A dì nostri Bocca di lupo, stretta gola del monte Beennina, di soli venticinque piedi, tra la Tessaglia e l’Arabia, dove Leonida re degli Spartani con quattromila uomini fece resistenza per tre giorni a Serse condottiero di cinquecentomila e più soidati.
  2. V. lib. i, cap. 26, § 3.