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LIBRO PRIMO 285

tro al golfo Jonico, sino a Epidamno, ora Dirrachio1, ed a quant’altro intorno all’Eussino dipende, come scrivea, dai Romani. Con una giornata si va da Atene a Megara, tra loro discoste forse dugentodieci stadj; di tal modo i romani imperatori signoreggiano i due continenti. Delle isole, la Britannia, fuori delle Colonne, obbedisce com’è debito all’imperio occidentale, e così pure Ebuso, al di dentro e della circonferenza di sette giornate, con le due vicine dai terrazzani chiamate Maiorica e Minorica2. Delle rimanenti, quale all’uno

    appunto nella Cirenaica sulle coste bagnate dalla Sirti maggiore i loro giardini Esperidi (G.)

  1. Oggi Durazzo. «Al golfo Rizonico, sono parole di Strabone, seguitano Lisso, Acrolisso, ed Epidamno fondata dai Corciresi, la quale ora si chiama Dirrachio, con nome comune anche alla penisola sulla quale è situata» (lib. ii, trad. di F. Ambrosoli ).
  2. «Fra le isole adiacenti all’Iberia, le due Pitiuse e le due Gimnesie (le chiamano anche Baleari) trovansi presso alla spiaggia che stendesi da Tarragona al Sucrone, e sulla quale è fabbricata Sagunto. Ma le Pitiuse sono più addentro nel mare e più delle Gimnesie indicate al settentrione: e l’una chiamasi Ebuso con una città dello stesso nome; e la sua periferia è di trecento stadj, lunga quasi altrettanto che larga. L’altra è detta Ofiusa, deserta e molto minore della prima, alla quale è vicinissima. Delle Gimnesie poi la maggiore (Majorica) ha due città Palma e Polenzia; questa situata all’oriente, l’altra a ponente. La lunghezza di tutta l’isola è di quasi seicento stadj; la larghezza di circa duecento, sebbene Artemidoro la faccia due volte più lunga e più larga. La minore delle Gimnesie (Minorica) è distante circa duecento sessanta stadj da Pollenzia: e nella grandezza è molto inferiore