Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/446

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422 GUERRE VANDALICHE

seggio con tutto il popolo all’intorno, non si sciolse in pianto o proferì lamentela veruna, ma solo ira ripetendo il detto registrato nei libri degli Ebrei: Vanità grandissima, e tutto è vanità 1. Accostatosi di poi al trono ebbe ordine di svestire l’abito reale, e di adorare prostrato il signor suo, come fece Belisario stesso. Poscia Giustiniano e la consorte Teodora splendidamente donarono tutti i figli e nipoti d’Ilderico, essendovi tra loro, dal lato di Valentiniano imperatore, legami di sangue. Gilimero ebbe anch’egli non ingrati luoghi da abitare con tutta la sua famiglia nella Galazia2, ma non si poté ascriverlo tra’ patrizj, ostinatosi di perseverare nelle dottrine d’Ario. Poco di poi fu decretato a Belisario il trionfo secondo le costumanze antiche; imperciocchè eletto console venne condotto per le vie, in sedia curule d’argento, sopra gli omeri degli schiavi, e nel procedere gittava al popolo, non senza qualche specie di novità, cinture d’oro ed altre spoglie vandaliche3. Bizanzio fu spettatrice di queste cose.

  1. Salomone nell’Eccl.
  2. V. Strabone, lib. xii.
  3. Fu esso in vero un trionfo più solenne del primo, non però secondo le costumanze antiche romane, alle quali sembrami per lo contrario essere stato più conforme l’altro.