Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo II.djvu/517

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LIBRO SECONDO 493

guerreggiare i bizaceni Maurusii, e Giovanni capitano delle truppe in addietro della fazione di Stoza, d’Uliteo e di Cutzina, mossero di compagnia contra il nemico, e rinvenutolo non molto al di là d’Adrumeto piantarongli a breve distanza gli steccati a fine di consumarvi la notte. Allo spuntare del giorno quivi rimasi Giovanni ed Uliteo con parte dell’esercito, Artabano e Cutzina procedettero innanzi con la rimanente soldatesca ad assalirlo, ed i Maurusii stipendiarj dei Romani ebbero il destro di volgerlo in fuga. Nulla di manco Artabano ordinato d’improvviso ai banderaj di mostrare le spalle ritirossi pur egli, a cagione di che Uliteo, puntone al vivo, avrebbelo morto al tornare nel campo. E’tuttavia scolpossi adducendo il timor suo non Marcenzio, uscito d’Adrumeto per aiutare sua gente, recato avessegli gravi danni; far quindi mestieri ch’egli stesso, Gontari, pongasi in marcia con tutto l’esercito. Dopo di che volea in prima tener la via d’Adrumeto dove unirebbesi alle imperiali truppe, ma pensatovi maggiormente ebbe a cambiar consiglio, giudicando sopra tutte bellissima impresa quella di liberare l’imperatore e l’Africa da ogni molestia col togliere di vita il tiranno; e per venirne a capo restituitosi a Cartagine rappresentagli avere il nemico forze superiori alle sue. Gontari allora, interrogatone Pasitilo, stabilì di approntare l’intiero esercito per condurlo di per se in campo, lasciando non più che un presidio nella città; ed intrattanto, volendo meglio provvedere a’ fatti suoi, mandava cotidianamente a morte le persone addivenutegli sospette: ingiunse inoltre al fido consigliere, eletto