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Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/205

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LIBRO SECONDO 195

gli Eruli, nel numero non maggiore di due mila, aventi a condottieri Visando, Aluet e Fanoteo.

CAPO XIV.

Antica dimora degli Eruli; loro crudeltà verso gl’infermi ed i vecchi. Barbaro costume delle mogli ne’ funerali dei mariti. — Rodulfo re loro armasi contro ai Longobardi chiedenti pace, sfidali a battaglia e v’incontra morte, per divina vendetta, colla massima parte de’ suoi. — Ritirata degli Eruli presso i Gepidi, quindi, imperante Anastasio, presso i Romani. — Sotto il principato di Giustiniano adorano Cristo ed abbandonano lor empie costumanze. Uccidono il proprio re.

I. Ora dirò qual gente sieno gli Eruli, e come venissero a strigner lega co’ Romani. Eglino tal fiata dimoravano di là dal fiume Istro, veneratori di molti Numi, che cercavano rendersi propizj con vittime umane. Differivano assaissimo dagli altri popoli nelle usanze loro, estimando azione iniqua il prolungare la vita ai vecchi ed agli infermi, di maniera che ove alcuno de’ suoi aggiugnesse alla vecchiaia od a malattia, dovea egli stesso pregare i consanguinei che al più presto lo togliessero dal numero de’ viventi. E quelli approntato altissimo rogo e postovelo sopra, inviavangli tale de’ paesani, ma non parente, giudicando empietà il dare morte al proprio sangue, armato di stile e coll’incarico di metterlo a morte. Ritornato l’uccisore di subito incendiavano il rogo sottoponendovi fiaccole accese, ed allo spegnersi della fiamma venivan raccolte le ossa per seppel-