Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/223

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LIBRO SECONDO 213

CAPO XVIII.

Ildigero prende il campo de’ Gotti. Narsete e Belisario discordi tra loro. — Aringhe d’entrambi. Giustiniano Augusto conferma per lettera Belisario nel supremo comando della guerra.

I. Ildigero e le sue truppe essendo stati i primi ad entrare negli accampamenti nemici fanno prigionieri i Gotti rimasivi per malattia, e raccolgono le suppellettili abbandonate dai fuggitivi. Al mezzogiorno arriva Belisario con tutto l’esercito, e veduto Giovanni ed i compagni di lui pallidi e di squallore coperti riprendendo il primo della imprudente audacia dissegli che andasse obbligato di sua salvezza ad Ildigero. Non ad Ildigero, quegli rispondea, mi terrò obbligato, ma a Narsete prefetto dell’erario imperiale: colle quali parole, a mio avviso, volea indicare che Belisario ad istigazione di Narsete e non di sua volontà fosse accorso a liberarlo, e da quinci in poi entrambi miravansi in cagnesco. Il perché gli amici sollecitavano Narsete a non militare sotto di lui in quella guerra, mostrandogli ben turpe che un personaggio a parte degli imperiali segreti dovessevi non comandare, ma obbedire ad altro condottiero, il quale mai più di sua elezione avrebbelo fatto partecipe del supremo potere. Che ov’egli fosse disposto a capitanare il romano esercito genti a frotta correrebbero sotto le sue bandiere e con esse i più valenti duci; conciossiachè gli Eruli ed i costoro seguaci, vogliam dire le schiere di Giustino, di Giovanni, di