Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/255

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LIBRO SECONDO 245

Ravenna. Gli imperiali, veduta la costoro fuga, si pensano che Belisario procedendo a soccorrerli abbia assalito il campo nemico, e vintolo siane rimaso padrone. Or bene, fermi in questo divisamento danno di piglio alle armi, e mentre frettolosi calcan la via per unirsi a lui s’avvengono impensatamente all’esercito de’ Franchi, e v’appiccano a malincorpo battaglia. In questa toccata una compiuta sconfitta, e perduta ogni speranza di retrocedere ne’ proprii campi avviaronsi tutti nella Tuscia e da quivi, posto giù il timore, informarono minutamente con lettera Belisario delle traversie sofferte. I Franchi vinti e dispersi gli uni e gli altri, come scrivea, e rendutisi padroni de’ vuoti campi ebbero per allora copia di vittuaglia, ma consumatala in brevissimo tempo a motivo del grande lor numero, più non traevano da quel suolo fatto spoglio di abitatori che carne di bue ed acqua del Po. Or questa largamente bevuta ridusseli inetti, affievolendone gli stomachi, a digerire la carne; il perchè molti di loro assaliti da soccorrenza e dissenteria non risanavano per diffalta d’altro cibo, e tanta ne fu la mortalità da agguagliare, stando alle notizie, un terzo dell’esercito, il quale dopo sì grave perdita, vedutosi impotente di proseguire il corso delle sue conquiste, dovè mal suo grado far alto.

II. Belisario udendo la venuta de’ Franchi e la sconfitta e la fuga di Martino e di Giovanni turbossi e paventò vuoi per tutto il suo esercito, vuoi, ed anche di più, per gli assedianti Fiesole, sapendoli assai meno lontani dai barbari. Laonde subito e di tal fatta scrisse