Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/322

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312 GUERRE GOTTICHE

tello, uomo assai ragguardevole tra gl’Italiani. Venuti con ciò i Gotti a dominare il Tevere, levarono ai Romani ogni mezzo il introdurre nella città vittuaglia dalla Tuscia per acqua. Imperciocchè il castello, situato presso del fiume e cenventi stadj al di sopra di Roma, riusciva un fastidioso propugnacolo contro chiunque osasse navigare a quella volta.


CAPO XI.

Belisario in Ravenna parlamenta i Gotti ed i soldati romani. Vitalio nell’Emilia alla testa de’ pubblici affari è abbandonato dagli Illirj. Aussimo stretta da Totila riceve aiuti. — Ricila stoltamente ardito incontra morte. Le truppe di Belisario uscite da Aussimo incappano negli agguati de’ Gotti. — Totila indarno tenta Pesaro fortificato dagli imperiali; Fermo ed Ascoli assediate dalle sue truppe.

I. Le cose di Tivoli non passarono altrimenti. Belisario, per tornare a lui, condottosi con tutto il navilio a Ravenna, chiamò i Gotti ivi a stanza ed i soldati romani a parlamento arringandoli pressochè di questa conformità. «Non è oggi la prima volta, o miei uditori, che le opere egregie di virtù siensi guaste dal vizio, avendo già da lungo tempo di tale sciagura messo profonde radici nelle umane cose, e molte illustri imprese di personaggi probi dalla malvagità di altri scelleratissimi furono rovesciate e distrutte. Nè per altra cagione vediamo ora fallite le bisogne dell’imperatore, il quale pertanto sì forte brama correggere il male sin qui operato, che posto da ban-