Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/36

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28 GUERRE GOTTICHE

mettendone eziandio in copia maggiore posti che si fossero all’impresa; quelli riscrissero che di buonissimo grado entrerebbero in lega seco.

III. Mundo fattosi coll’esercito nella Dalmazia e vinti in battaglia i Gotti che osarongli contrastare il passo ebbe a forza Salona. Belisario afferrato coll’armata di mare nella Sicilia occupò Catania, e di là movendo gli si arrendettero di leggieri Siracusa e le altre città, di Panormo1 in fuori, conciossiachè il gottico presidio fidando in quelle mura, di vero munitissime, non volle sommettersi a lui, imponendogli per lo contrario di subito allontanarsene. Egli pertanto estimando malagevolissimo cimento l’assaltare dalla parte di terra la città, introdusse il navilio nel porto, di qua dalle mura ed estendentesi fino ad esse, e non guardato da truppe: coll’inoltrar poi delle navi osservato che i loro alberi soperchiavano l’altezza di que’ merli, fecevi ratto innalzare alle cime ed appendere tutti i paliscalmi riempiuti di arcadori. Pel quale stratagemma il presidio sopraffatto da gravissimo timore vedendosi offeso da un nembo di frecce, subitamente cedè Panormo, e da quell’epoca l’isola intiera è ligia dell'imperatore. Successero per verità allora tutte le cose a Belisario più felicemente assai di quanto dir si possa; imperciocchè ottenuto il consolato dopo la vittoria contro de’ Vandali, nel correr di esso tornò l'isola ai Romani, ed era appunto col nuovo giorno per uscire di carica quando in mezzo agli applausi dell’esercito e de’ cittadini mise

  1. Ora Palermo.