Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/422

Da Wikisource.
412 GUERRE GOTTICHE


CAPO XXXVI.

Roma assediata dai Gotti; perplessità di Giustiniano. — Gli Isauri tradiscono la città al nemico. — Paolo nella mole di Adriano resiste valorosamente. Il re perdona alla città vinta.

I. Totila condotto l’esercito contro Roma e piantati gli steccati ne cominciò l’assedio. Belisario, commesso aveane la salvezza a tre mila de’ più animosi militi, sotto gli ordini della sua lancia Diogene, personaggio di molta prudenza e fama in guerra. Quindi è che la contesa ebbe lunga durata, il sommo valore di questa guernigione adeguandola a tutte le gottiche truppe, ed il suo duce mostrandosi vigilantissimo nell’impedire che il nemico avvicinasse quelle mura, entro il cui circuito egli da per tutto seminato avea frumento ad evitare il difetto dell’annona; i barbari spesso tentarono di espugnarle, ma dovettero farsi indietro respinti dal romano valore; impadronitisi alla per fine di Porto vie maggiormente addivennero molesti alla città. Giustiniano Augusto allorchè vide Belisario nella capitale fermò di spedire altro capitano e nuove truppe contro Totila ed i Gotti, e se avesse dato compimento alla sua deliberazione uscito ne sarebbe di certo, a parer mio, vincitore, dacchè in possesso tuttavia di Roma potea incorporarne l’ancora intatto presidio co’ freschi bizantini aiuti; ma affidatone appena il comando a Liberio, patrizio romano, coll’ordine di tenersi pronto alla par-