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488 GUERRE GOTTICHE

CAPO XIV.

Archeopoli; assedio delle sue mura. I Romani avvalorati dai loro duci arrecano sortendo grave danno al nemico. — Spavento e furia d'un elefante. — Episodio dell'autore sopra Edessa, ove in altri tempi gli elefanti infierirono al grufolare dei majali. Prodigio ivi mirato. Partita degli assediatori. — Mermeroe giunto nella Muchiresia vi restaura il castello Cutatisio.

I. Giace Archeopoli sopra dirupatissimo colle, e ricetta un fiume che sorge ne' poggi sovrastanti la città. Le sue uscite abbasso menano appiè del monte per non difficile via; ma sagliente è quella che dal campo vi tende. Le porte all'alto conducono a luoghi scoscesi, a molto ardui sentieri di vastissime boscaglie ingombri. E siccome la città non racchiude acqua, salvo il fiume, così i fondatori di lei inalzaronvi doppio muro sino ad esso per attignervi senza pericolo. Mermeroe da questo lato deliberò assalirla con tutte le sue forze, e fermo nel suo divisamento fe' di subito costruire dai Sabiri moltissime arieti leggieri per modo che si potessero trasportare a schiena d'uomo; imperciocchè non aveavi mezzo per condurre le comuni al muro edificato sulla maggiore elevazione del monte, ed erangli ben noti gli artifizj di quelle genti, confederate dei Romani, contro di Petra; voleva quindi pur egli, applaudendo alle nuove invenzioni, progettarne durante il propostosi assedio, ed i Sabiri obbedienti ne fecero con diligenza somma il comando. Invia poscia i Dolomiti alla