Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/556

Da Wikisource.
546 GUERRE GOTTICHE

littorale del seno Ionico, dove le bocche di molti navigabili fiumi basterebbero ad arrestarlo, nè avrebbe tanto navilio quanto era il caso a valicare il seno; che se compartitosi per corpi vi si accingesse, di leggieri il resto dell’esercito sarebbesi opposto al pigliar terra de’ vegnenti; di tal modo stabilite le cose future nell’animo suo faceva i comandi al nominato duce. Giovanni poi, nipote di Vitaliano, molto pratico de’ luoghi, propose a Narsete ridotto nelle massime angustie di muovere coll’intero esercito lungo la via marittima non occupata per anche dai barbari, come diceva, e di ordinare che lo accompagnassero più navi e moltissimi paliscalmi, acciocchè pervenuto alle bocche del fiume e construtto cogli ultimi un ponte avessero più facile mezzo di valicarne prontamente le acque; così Giovanni, e Narsete applauditogli pigliò marina marina con tutte le sue truppe la via di Ravenna.

CAPO XXVII.

Ildigisal Langobardo, all’Imperatore disertato, fugge da Bizanzio unitamente al gotto Goar. Quindi entrambi in compagnia de’ paesani loro combattono e vincono nella Tracia i Cuturguri, ed uccisi gl’imperiali duci mal vigilanti nell’Illirico riparano presso ai Gepidi. — Ustrigotto gepida legasi co’ Langobardi. Costui e Ildigisal per frode spenti dai re loro confederati.

I. Nel mezzo di tali faccende Ildigisal, altri de’ Langobardi già da me ricordato, fattosi nemico d’Auduino, re dei barbari e violento usurpatore del suo regno de-