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Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/605

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INDICE. 595


Capo V. |||
Firenze assediata dai Gotti, e rimasa libera alla nuova della venuta de’ Romani. Questi, appiccatasi battaglia, colti da spavento per un falso romore, diedero le spalle al nemico |||
 Pag. 292
— VI. |||
Totila prende molte castella, città e provincie. Assedia Napoli. — Giustiniano manda in Italia Massimino prefetto del pretorio con armata di mare e Demetrio, il quale prepara aiuti pe’ Napolitani. Un altro Demetrio nel tornare a Napoli cogli apprestamenti fatti, caduto il navilio in potere dei Gotti, paga il fio della imprudente sua lingua |||
   » 294
— VII. |||
Indugiare di Massimino. — Imperiale armata di mare agitata da procella, e male accolta dai Gotti. — Il prigioniero Demetrio per ordine di Totila, esorta i Napolitani ad arrendersi. Totila stesso persuadeli a cedere quelle mura, che alla per fine ottiene |||
   » 298
— VIII. |||
Totila di singolare bontà verso i vinti. Atterra le mura di Napoli. — Dà morte a una sua guardia rea di strupo. Sua gravissima allocuzione su tale argomento |||
   » 302
— IX. |||
Malvagità dei duci e delle imperiali truppe. Italiche sciagure. — Lettera di Totila al senato romano. Ariani sacerdoti banditi da Roma. Assedio del castello d’Otranto |||
   » 305
— X. |||
Belisario tornato in Italia alla testa dì pochissime truppe salva, coll’opera di Valentino, Idrunto. Totila n’esplora astutamente l’esercito. — Prende Tivoli |||
   » 309
— XI. |||
Belisario in Ravenna parlamenta i Gotti ed i soldati romani. Vitalio nell’Emilia alla |||