Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/73

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LIBRO PRIMO 65

genti. Ora i prefati popoli ab antico, liberi affatto, occupavano quel suolo.

II. In processo di tempo i Visigotti corsi armata mano sopra le terre imperiali assoggettaronsi tutta la Spagna e le provincie della Gallia oltre Rodano, ed ebberle tributarie. I Romani a que’ dì aveano confederati seco in guerra gli Arborichi, a’ quali volendo i Germani imporre e giogo e legge, siccome a popoli confinanti ed allontanantisi dall’antica forma di repubblica, principiarono dal guastarne le terre, e di poi a dirittura assaltaronli, venendo tutti stimolati da forte pizzicore di guerra. Ma gli Arborichi a dimostrare lor generosità e benevolenza verso i Romani portaronsi valorosamente nel conflitto; di maniera che gli altri nulla ottenendo colla forza invitaronli a strignere società e parentela seco, ed eglino volentieri acconsentironvi professando ambedue le genti i dommi cristiani: per cosiffatta guisa formatisi in un sol popolo addivennero potentissimi al sommo. Oltre di che alcuni romani soldati di presidio nell’estrema Gallia impediti dal ripatriare, nè volendo tampoco disertare a nemici ariani, diedero sè stessi co’ vessilli e la regione, da loro in avanti guardata a pro dell’imperio, agli Arborichi e Germani, non rinunziando con ciò alle patrie costumanze, le quali passate quasi in retaggio a loro posteri osservansi tuttavia religiosamente. Conciossiachè e’ ritengono pur ora gli ordini medesimi con cui soleano dapprima formare lo schieramento, ed inalberando i proprj vesilli vengono in campo; solo che vestono alla foggia romana, ed in ispecie acconcianvi lor teste.

Procopio, tom. II. 5