Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/77

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LIBRO PRIMO 69

gare le galliche terre che di là dal Rodano volgono all’Oceano. Teuderico pertanto non potendoneli cacciar fuori, accordò loro che se le avessero in proprietà: venuto quindi al possesso della rimanente Gallia, e tolto di mezzo Giselico diede il regno de’ Visigotti ad Amalarico suo nipote, per parte della figliuola, dichiarandoglisi, in grazia della tenerissima età di lui, tutore. Impossessatosi finalmente di tutto il tesoro guardato entro le mura di Carcassona ratto sen tornò a Ravenna, da dove col mandare spesse fiate prefetti nella Gallia e nella Spagna attendeva con provvido consiglio a consolidarvi stabilmente il suo regno. Impose altresì un tributo annuo ai prefetti di quelle provincie, e ricevendolo, per non essere tenuto in conto di avaro, lo convertiva in un donativo col quale annualmente guiderdonava l’esercito de’ Gotti e de’ Visigotti. Ne avvenne quindi in processo di tempo che queste genti, a dimora sotto lo stesso principe e sopra il suolo medesimo, s’apparentassero colle scambievoli nozze de’ proprj figli.

V. Teudi, uom gottico, fu in appresso eletto da Teuderico a capitano dell’esercito e mandato in quelle parti, ove ammogliòssi con donna spagnuola non già della schiatta de’ Visigotti, ma prole d’un ricco nazionale, posseditrice ella stessa di ben molto danaro, e signora in patria di numerose terre. Il perchè avendo egli raccolto da due mila soldati ed essendosi munito di non poche guardie, era per verità di nome condottiero de’ Gotti, giusta il volere di Teuderico, ma di fatto un manifesto tiranno. Il re adunque, uomo di singolare prudenza e sperimentatissimo, temendo nel mo-