Pagina:Opere di Procopio di Cesarea, Tomo III.djvu/89

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LIBRO PRIMO 81

fino alla città di Taracena1. Di qua procedendo entri nell’agro romano. Questi popoli occupano i liti di ambedue i mari, e tutta la regione mediterranea intra essi è appunto quella che i nostri antenati nomavano Magna Grecia. Nei Bruzj hannovi i Locrii, gli Epizefirii, i Crotoniati e i Turii. Di là dal golfo primi stanziano i Greci detti Epiroti arrivando alla marittima città d’Epidanno. Quindi succede la Prebale regione, cui tien dietro la nomata Dalmazia e le altre terre unitamente a lei comprese nei limiti dell’occidentale imperio, la vicina Liburnia, vo’ dire, l’Istria, e da ultimo il tener dei Veneti che ha termine colla città di Ravenna. Tali sono gli abitatori vicino al mare sopra de’ quali i Siscii ed i Suabi, non quelli signoreggiati dai Franchi ma altri ben diversi, occupano le interne parti del suolo. Passati costoro vengono i Carnii ed i Norici, alla cui destra menan lor vita i Daci ed i Pannonii, ove tra le altre città voglionsi annoverare Singidone e Sirmio, confinanti col fiume Istro: al principio di questa guerra i Gotti a dimora oltre il seno Ionico aveano ligie tutte le mentovate nazioni. Di là da Ravenna percorrendo la sinistra del fiume Po appresentansi i Liguri e dalla costoro banda aquilonare gli Albani in ottimo paese detto Languvilla. All’occaso vai ad incontrare i Galli, e poscia gl’Ispani. Il Po colla sua destra bagna l’Emilia e la Tuscia sino alle frontiere di Roma. Così stanno le cose in ordine ai popoli antedetti.

  1. Terracina.
Procopio, tom. II. 6