Pagina:Opere di messer Agnolo Firenzuola 1802, volume I.djvu/45

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IL FIORENZUOLA


FIORENTINO


ALLE NOBILI E BELLE


DONNE PRATESI


FELICITA'.


E


SSENDO stato ricerco molte volte da quelle persone, che mi hanno sempre potuto comandare, ch'io dovessi dar fuori un mio dialoghetto, che a' giorni passati io composi a requisizione c'una cosa a me carissima, in dichiarazione della perfezione della bellezza d'una donna: se sarò stato troppo renitente o tardo in compiacerle, io penso senza molta difficultà doverne essere iscusato: perciocchè buona parte di quelle, che me n'hanno ricerca, sanno molto bene quanto sia biasimevole anzi dannoso non riunchiuder le nuove, e quasi tenere figlioline ce' penetrali delle case, per tanto tempo almeno, che quando si mandano fuori, possano, come i veri figlioli dell'aquila, comportare la chiarezza del Sole, e sia mancata quella affezione naturale, che ogni uomo porta alle cose sue, e le conosca quasi per forestiere; veggiavi e considerivi i diferri, come piatoso padre, ma come severo censore. Toglievami oltre a