Vai al contenuto

Pagina:Opere inedite o rare di Alessandro Manzoni, volume III, 1887.djvu/135

Da Wikisource.



Veneratissimo e Carissimo Donn’Alessandro,


Devo adoperare un’altra mano nello scrivere la presente (la mano del Setti) a cagione d’un occhio, che mi fa un brutto scherzo, perchè minaccia di non volermi più servire. Stefano mi dà spesso le desideratissime notizie di Donn’Alessandro, e l’altro giorno mi lesse un brano d’una lettera di sua madre, in cui si diceva, che Donn’Alessandro sta meditando un dialogo sul piacere, e che ne farebbe un altro sull’unità delle idee, ma ne vorrebbe da me qualche traccia. Non solo questa, ma vorrei esser così fortunato, come il fanciullo di Temistocle per comandare alla Grecia. A buon conto io consegno la presente al figliuolo di donna Teresa, e mi raccomando a Lei, che può mostrarci la bontà del Sorite sottinteso. — Eccole dunque un cenno sull’argomento dell’unità dell’idee, che si continua all’altro argomento da Lei trattato nel dialogo Dell’invenzione.

“Pare che in prima convenga dichiarare in qualche modo la proposizione. E per dichiarare la proposizione, e mostrare che non è assurda, può cavarsi profitto dalle similitudini, come di quella dello specchio, che essendo uno, fa vedere tutte le cose che vi si pongono davanti.

“Venendo alla cosa è sottomettendo le idee all’analisi, si trova che tutte hanno una parte comune, perchè sono ugualmente idee, e se non avessero altro che questa parte comune, non sarebbero molte, ma un’idea sola. Sono dunque molte non perché abbiano la parte comune, che le rende idee, ma perchè hanno oltre di ciò una parte propria, che è quella che le distingue, e così le moltiplica. Convien dunque cercare quale sia questa parte propria, e si trova che sono le cose, che le idee fanno conoscere; così l’idea d’una pietra e l’idea d’un albero, non sono due, perchè sieno idee, ma solamente, perchè una di esse è l’idea d’un albero, e l’altra è l’idea d’una pietra. Sono dunque più per la loro relazione colle cose, come la luce sarebbe una e uniforme, se non ci fossero le cose da cui venisse modificata. La pluralità dunque delle idee dipende dalla pluralità delle cose. Rimane đunque a cercare,