Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo I.djvu/222

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e il senato di Venezia statuì un bando contro coloro, che ne involavano le ossa, e le vendevano siccome reliquie1.

XVIII. Veramente e’ si pare, che da fedele e generoso osservatore d’ogni compagnevole uffizio sdebitandosi il Petrarca inverso d’ognuno, che gli stava dintorno, e procacciando ad ogni ora di padroneggiare le sue passioni, ne salisse in fama di virtuoso, e potesse dirsi felice. Virtuoso fu; ma fu ancor più infelice di Dante, il quale non dimostrò mai al di fuori quella irrequietudine e perplessità d’animo, che fece il Petrarca minore di sè agli occhi propri, e lo trasse a sciamare negli ultimi giorni suoi. «Giovane, spregiai gli uomini, da me in fuori, maturo, me stesso; or vecchio omai, disprezzo e gli uomini, e me stesso2». Se fossero vissuti in amichevole dimestichezza, Dante avrebbe avuto quel vantaggio dall’emulo suo, che tutti quelli, i quali si fanno ad operare appensatamente e secondo immutabili proposti, hanno da coloro, che volgonsi ad ogni vento — Petrarca avrebbe potuto dire con Dante;

  1. Tommasini, Petrarca Redivivus, pag. 30
  2. Senil. Lib. 13, ep. 7.