Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/135

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gla di Virgilio su l’Apoteosi di Dafni nell’undecimo verso il suoi sta in luogo di loro, da che questo pronome in italiano grammaticalmente non s’accorda se non se colla terza persona del singolare; in latino è promiscuo anche al plurale; e i poeti alle volte non fanno male a giovarsi dell’esempio e dell’autorità della lingua latina. — il sonetto, se non isbaglio, fu scritto in morte del Bembo di cui questa poetessa professavasi spiritualmente innamorata, e n’è fede un sonetto ch’ella gli aveva inviato.

All’ardente desio che il cor m’accende:

al quale il Bembo rispose non molto ardentemente; bench’ella avesse nome di bella; ma assai letterati, in amore, seguono la natura; e in poesia, l’arte: però sentono caldamente e scrivono freddi.

Tarsia. Feudo d’una famiglia del regno di Napoli. Galeazzo fu guerriero, o militò per Francesco I di Francia. Ripatriatosi visse ritirato; scrisse poco e perse, e come uomo che non sa nè vuole imitare altri; e che insieme non affetta di battere nuove strade. Amò anch’egli Vittoria Colonna. — La voce siepe è un traslato in vece di riparo; o artificiale, che circonda una fortezza; o naturale, che difende un paese come le Alpi fronteggiano vanamente (pur troppo!) l’Italia. Se non che l’Italia è meretrice la quale per compiacere alle sue libidini ed alle altrui, rinega i benefici della natura e l’amore de’ suoi figliuoli — ferute per ferite non si direbbe oggi se non da chi non si vergognasse di servire alla rima — un volto cioè un solo sorriso di Fortuna, e frase che a me par nuova e felice.

Della Casa. Nacque, credo, in Mugello, contado fiorentino; e morì arcivescovo di Benevento: è fama che certi suoi versi alquanto lascivi gli abbiano tolto il cardinalato. Fu bello o forte ingegno. Uscì, se non il primo, certo il più ardito fuor della turba de’ tanti Petrarchisti d’allora, e si fece altro stile. Il merito della sua poesia consiste