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Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/138

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na, famoso per le sue arguzie morali e per la sua povertà, come Esopo.

Redi. D’Arezzo; i primi quattro versi sono traduzione del primo aforismo d’Ippocrate. Il Redi era sommo scienziato in fisica e Medico egregio; e insieme discepolo malarrivato, come noi tutti, d’Amore: però applica all’arte d’Amore la sentenza che Ippocrate dettava alle scuole di medicina. Vedi la postilla al sonetto di Cino.

Menzini. Fiorentino, parmi, ma Toscano di certo: ed è uno de’ begl’ingegni di seconda sfera nella storia dell’italiana letteratura. — Questo è un Idilio morale dettato con lo stile di mezzo conveniente a sì fatta poesia; e’ pare di leggere uno scrittore greco. La maestria consiste principalmente nella spontaneità del dialogo; nella proporzione e varietà delle tre parti del componimento; e nella unità in cui si concentra la verità morale che è l’anima di questo sonetto.

Guidi. Di Pavia; vissuto in Roma, dove, se non erro, morì; fu alto poeta lirico e non ebbe a suoi tempi altro competitore nelle canzoni di stile sublime fuorché il senatore Filicaja, Fiorentino: il Guidi è più immaginoso; e il Filicaja più profondo nell’arte: ma il loro stile si risente di certa gonfiezza. — Questo sonetto esprime poeticamente una splendida verità, alla quale per altro non può aprire gli occhi, se non chi non ha bisogno più di vederla. Vero è che l’Amore induce a creare idoli e ad adorarli miseramente, appunto quegli uomini che più ardentemente bramano la bellezza e la virtù su la terra: pure sì fatti animi conoscono meno difficilmente l’errore e si sdegnano d’essersi umiliati davanti alla creatura ch’essi avevano deificata. Però quel versetto di Davide, se non fosse divino, sarebbe tuttavia sapientissimo.

Sdegnatevi, e cesserete di peccare.