100Finchè il domato al domator conceda
L’Achea regina, e i suoi regali averi;
Poscia sull’ostie comporrem la pace.
Tacque; e alle turbe attonite, occupate
D’alto silenzio, rispondea la voce 105Di Menelao: Or me pur anche udite,
Me cui più tocca la sciagura. È tempo
Che pace abbiate, o popoli, alle stragi
Per me dannati, e suscitolle iniquo
Paride. Adunque oggi la morte e i fati 110Chiamino, e scenda un di noi due sotterra.
Poi vi partite, e vi divida il mare.
Bianco al Sole un agnel, negra alla Terra,
Troi, recate una pecora; e il Tonante
L’avrà da noi. Venga Re Priamo: ed esso, 115Quand’ha perfidi figli, esso prometta,
Onde non altri a posta sua rinieghi
I sacramenti a Dio. Vuole e disvuole
La gioventù, ma l’uom che pieno è d’anni
Guarda al jeri e al domani, e fra’mortali 120Arbitro onesto le discordie appiana.
Pari esultò ne’ popoli la speme
Di veder fine a’ sanguinosi giorni:
Scendono i prenci dalle bighe: e vedi
Ruote e destrieri in lunga fila immoti: 125Sgravasi ogn’uom dell’armatura, e a piedi
Se la depone: seggono a rimpetto