Sospese un brando ad armacollo; e un ampio 375Scudo compatto all’omero s’impose:
Diè alla sua fronte un elmo opra dell’arte;
Pioven dattorno giube di destrieri,
Minacciosa guizzava alta la cresta.
Alfin robusta agevole al suo braccio 380Brandì l’asta, e si mosse. E non d’altr’armi
Fra prenci Argivi Menelao s’armava.
Per meraviglia e per terror le genti
Tacean, mentr’essi al misurato piano
Soli apparian. Ristettero a rincontro 385Avventando un su l’altro ira dagli occhi,
Crollando l’aste e Paride primiero
La saettò. Diè nello scudo, e il doppio
Scudo del Greco rintuonò, e mandolla
Col ferro torto su la sabbia. Il colpo 390Drizzò quindi l’Atride, ed adorando,
Dammi esangue Alessandro, e dell’insulto
Dammi, dicea, vendetta, onde chi vive,
Chi nascerà, ne tremi; onde veruno
Mai più d’infamia non rimerti i doni, 395O Giove, e il letto all’ospite cortese,
O padre. — E l’asta gli volò di pugno
Diritta, intensa: traforò il brocchiero,
Smagliò l’usbergo, e s’immergea funesta
Sotto la costa a Paride: Ei protese 400Lo scudo e il braccio, e fe’ del corpo un arco,