Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/230

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L’austero nome: tra Celesti or gode
Di cento troni, e con più nomi ed are35
Le dan rito i mortali, e più le giova
L’inno die bella Citerea l’invoca.
Perchè clemente a noi, che mirò afflitti
Travagliarci, e adirati un di la santa
Diva all’uscir de’ flutti, ove s’immerse40
A ravvivar la gregge di Nereo,
Appari colle Grazie: e le raccolse
L’onda Jonia primiera, onda che amica
Del lito ameno, e dell’ospite musco
Da Citera ogni dì vien desiosa45
A’ materni miei colli. Ivi fanciullo
La Deità di Venere adorai.
Salve Zacinto, all’Antenoree prode
De’ santi Lari Idei ultimo albergo
E de’ miei padri; darò i carmi, e l’ossa,50
E a te i pensier, che piamente a queste
Dee non favella chi la patria obblia
Sacra città è Zacinto! Eran suoi templi,
Era ne’ colli suoi l’ombra de’ boschi
Sacri al tripudio di Diana, e al coro:55
Nè ancor Nettuno al reo Laomedonte
Muniva Ilio di torri inclite in guerra.
Bella è Zacinto! A lei versan tesori
L’angliche navi, a lei dall’alto manda
i più vitali rai l’eterno Sole:60