Pagina:Opere scelte di Ugo Foscolo II.djvu/239

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E dai festini della sacra soglia
Dilungate i profani. Ite insolenti
Genii d’Amore, e voi livido coro
Di Momo, e voi che a prezzo Ascra attingete.265
Qui nè oscena malìa nè plauso infido
Può, nè dardo attoscato: oltre quest’ara
Cara al volgo e a’ tiranni ite profani.
. . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . .
Con elle
Qui dov'io canto * Galileo sedea270
. . . . . . . . a spiar l’astro1.
Della loro regina, e il disviava
Col notturno rumor l’acqua remota
Che sotto ai pioppi della riva d’Arno
Furtiva e argentea gli volava al guardo.275
Qui a lui l’Alba, la Luna e il sol mostrava
Gareggianti di tinte, or le serene
Nubi sulle cerulee Alpi sedenti,
Ora il piano che . . . . . . alle tirrene
Nereidi, immensa di città e di selve280

* A Bellosguardo una delle bellissime ville suburbane di Firenze d’onde non molto lungi è la così detta Torre del Gallo, dalla quale vuolsi che il Galileo contemplando gli astri strappasse alla natura non pochi de’ suoi secreti.

  1. Quivi Galileo scoperse i satelliti della Luna.