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10 notizie storiche sull’adelchi.

contro i resistenti che gli venivano nelle mani, costrinse i due fratelli ad arrendersi1.

Carlo mise l’assedio a Pavia, fece venire al campo la nuova sua moglie, Ildegarde; e vedendo che quella città non si sarebbe arresa così presto, andò, con vescovi, conti e soldati, a Roma, per visitare i limini apostolici e Adriano, dal quale fu accolto come un figlio liberatore2. L’assedio di Pavia durò parte dell’anno 773 e del seguente: non credo che si possa fissar più precisamente il tempo, senza incontrar contradizioni tra i cronisti, e questioni inutili al caso nostro, e forse insolubili. Ritornato Carlo al campo sotto Pavia, i Longobardi, stanchi dall’assedio, gli apriron le porte3. Desiderio, consegnato da’ suoi Fedeli al nemico4, fu condotto prigioniero in Francia, e confinato nel monastero di Corbie, dove visse santamente il resto de’ suoi giorni5. I Longobardi accorsero da tutte le parti a sottomettersi6, e a riconoscer Carlo per loro re. Non si sa bene quando si presentasse sotto Verona: al suo avvicinarsi, Gerberga gli andò incontro co’ figli, e si mise nelle sue mani. Adelchi abbandonò Verona, che s’arrese; e di là si rifugiò a Costantinopoli, dove, accolto onorevolmente, si fermò: dopo vari anni, ottenne il comando d’alcune truppe greche, sbarcò con esse in Italia7, diede battaglia ai Franchi, e rimase ucciso8.

Nella tragedia, la fine di Adelchi si è trasportata al tempo che uscì da Verona. Questo anacronismo, e l’altro d’aver supposta Ansa già morta prima del momento in cui comincia l’azione (mentre in realtà quella regina fu condotta col marito prigioniera in Francia, dove morì), sono le due sole alterazioni essenziali fatte agli avvenimenti materiali e certi della storia. Per ciò che riguarda la parte morale, s’è cercato d’accomodare i discorsi de’ personaggi all’azioni loro conosciute, e alle circostanze in cui si sono trovati. Il carattere però d’un personaggio, quale è presentato in questa tragedia, manca affatto di fondamenti storici: i disegni d’Adelchi, i suoi giudizi sugli avvenimenti, le sue inclinazioni, tutto il carattere in somma è inventato di pianta, e intruso tra i caratteri storici, con un’infelicità, che dal più difficile e dal più malevolo lettore non sarà, certo, così vivamente sentita come lo è dall’autore.

  1. Ridolfi Notarii Histor., apud Biemmi, Istoria di Brescia, t. II. (Del secolo XI).
  2. Anast., 185, e seg.
  3. Langobardi obsidione pertæsi civitate cum Desiderio rege egrediuntur ad regem. Annal. Lambech.; R. Fr. V, 64.
  4. Desiderius a suis quippe, ut diximus, Fidelibus callide est ei traditus. Anon. Salern., 179.
  5. Rer. Fr., t. V, pag. 385.
  6. Ibique venientes undique Langobardi de singulis civitatibus Italiae, subdiderunt se dominio et regimini gloriosi regis Karoli. Chron. Moissiac.; Rer. Fr. V, 70.
  7. Hadriani, Epist. ad Karolum.; Cod. Carol. 90 e 88.
  8. Ex Sigiberti Chron.; Rer. Fr. V, 377.