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194 discorso storico

il più prezioso monumento di quei tempi, osserva la differenza tra le spedizioni di Pipino in Italia, e quelle del suo figliuolo e successore. La cagione della guerra, dic’egli, era simile, anzi la stessa; ma non lo fu la riuscita. Pipino assediò Astolfo in Pavia, l’obbligò a restituire ai Romani il paese usurpato, ricevette ostaggi e giuramenti; ma Carlo fece di più: non depose l’armi se non dopo aver conquistato il paese in prima nemico, e assicurata la conquista. Così Eginardo: ed è, in uno storico di quei tempi, cosa notabile l’avere non solo accennata la differenza delle due spedizioni; ma cercata e vista la cagione di questa differenza. Osserva egli che Pipino intraprese la guerra con somme difficoltà, perchè molti degli ottimati Franchi, coi quali teneva consiglio, resistettero alla sua volontà, a segno di protestare altamente e liberamente che lo avrebbero abbandonato, e sarebbero ritornati a casa. Prevalse la volontà di Pipino; ma la guerra fu fatta a precipizio, e la pace conclusa subito: le condizioni non furono dettate dalla sola ambizione, nè dall’orgoglio esaltato d’un re vittorioso: il bisogno che questo sentiva d’uscire da una guerra che aveva oppositori potenti tra quelli i quali dovevano farla con lui, l’obbligò a una moderazione che lasciò vivere il vinto. Questa circostanza rende ragione di quel fatto il quale potrebbe parere un mistero, cioè che Pipino, due volte di seguito, dopo aver ridotto il nemico in una città, e costrettolo a gridar misericordia, sia poi ripartito con la celerità d’un fuggitivo. Carlo in vece, avendo avvezzi tutti i voleri a uniformarsi al suo, e ad aspettarne la manifestazione, non metteva nelle imprese altra fretta, se non quella ch’era necessaria a farle riuscire.

Non si vuol concludere che la diversità tra i Longobardi e i Franchi di cui si è finora parlato, sia la sola cagione della conquista; ma s’è detto abbastanza per provare, che fu la primaria, quella che fortificò tutte le altre circostanze favorevoli, e scemò l’effetto delle contrarie. E, come della facilità di questa spedizione, è la cagione primaria della riuscita di tante altre imprese, per le quali la posterità ha unito al nome stesso di Carlo il giudizio dell’ammirazione; e quel nome ottenne una celebrità, che è rimasta popolare.



fine del discorso storico