Pagina:Opere varie (Manzoni).djvu/32

Da Wikisource.
26 adelchi


SCENA VI.


DUCHI rimasti.


                       indolfo.
Guerra, egli ha detto!

                       farvaldo.
                             In questa guerra è il fato
Del regno.

                       indolfo.
                 E il nostro.

                       ervigo.
                              E inerti ad aspettarlo
Staremci?

                       ildelchi.
                Amici, di consulte il loco
Questo non è. Sgombriam; per vie diverse
Alla casa di Svarto ognuno arrivi.



SCENA VII.


Casa di Svarto.


                        svarto.
Un messagger di Carlo! Un qualche evento,
Qual ch’ei pur sia, sovrasta. — In fondo all’urna,
Da mille nomi ricoperto, giace
Il mio; se l’urna non si scote, in fondo
Si rimarrà per sempre; e in questa mia
Oscurità morrò, senza che alcuno
Sappia nemmeno ch’io d’uscirne ardea.
— Nulla son io. Se in questo tetto i grandi
S’adunano talor, quelli a cui lice
Essere avversi ai re; se i lor segreti
Saper m’è dato, è perchè nulla io sono.
Chi pensa a Svarto? chi spiar s’affanna
Qual piede a questo limitar si volga?
Chi m’odia? chi mi teme? Oh! se l’ardire
Desse gli onor! se non avesse in pria
Comandato la sorte! e se l’impero
Si contendesse a spade, allor vedreste,
Duchi superbi, chi di noi l’avria.
Se toccasse all’accorto! A tutti voi