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SUL ROMANTICISMO


LETTERA

AL MARCHESE CESARE D’AZEGLIO1


Pregiatissimo signore,
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Ma in quel troppo indulgente giudizio de’ miei pochi e piccoli lavori drammatici, Ella ha anche lasciato trasparire un’opinione poco favorevole, o almeno un presagio di poca durata, al sistema di poesia, secondo il quale quei lavori sono concepiti. Cos’ha mai fatto? Con due righe di modesta dubitazione se n’è tirate addosso Dio sa quante, Dio sa quante pagine, di cicalamento affermativo. Nella sua gentilissima lettera Ella ha parlato d’una causa, per la quale io tengo, d’una parte, che seguo; e questa parte è quel sistema letterario, a cui fu dato il nome di romantico. Ma questa parola è applicata a così vari sensi, ch’io provo un vero bisogno d’esporle, o d’accennarle almeno quello ch’io c’intendo, perchè troppo m’importa il di Lei giudizio. Oltre la condizione comune a tutti i vocaboli destinati a rappresentare un complesso d’idee e di giudizi, quella, cioè, d’essere intesi più o meno diversamente dalle diverse persone, questo povero romanticismo ha anche de’ significati espressamente distinti, in Francia, in Germania, in Inghilterra. Una simile diversità, o una maggior confusione, regna, se non m’inganno, in quelle parti d’Italia dove se n’è parlato, giacchè credo che, in alcune, il nome stesso non sia stato proferito, se non qualche volta per caso, come un termine di magia. In Milano, dove se n’è parlato più e più a lungo che altrove, la parola romanticismo, è stata, se anche qui non m’inganno, adoprata a rappresentare un complesso d’idee più ragionevole, più ordinato, più generale, che in nessun altro luogo. Potrei rimettermi a qualche scritto, dove quelle idee sono esposte e difese molto meglio di quello

  1. Questa lettera non fu scritta con l'intenzione di darla alle Stampe, come appare anche da qualche luogo del contesto. Ma trovandola pubblicata da altri, l'autore, dopo averla o ritoccata o rinnovata in varie parti, ha creduto che potesse, malgrado le imperfezioni che ci sono rimaste, aver luogo in questa raccolta, come un ricordo d'un momento della letteratura italiana, momento finito oramai da un pezzo, ma che, di certo, non ha lasciate le cose come le aveva trovate, e non fu senza un qualche effetto, anche fuori d’Italia.
    Le note sono state aggiunte nella presente edizione.