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MADRIGALE III.

Qual più dolce pensiero, o qual più fero
Il mio cor lieto, e lagrimoso senta;
O qual pace più cara ognor si sia:
Sempre dinanzi Amor mi rappresenta
Quel sacro onesto, e grazioso altero
Viso gentil della tiranna mia,
E veggio omai, che ’n sempiterno fia
Lo stato, che tal guerra ognor m’adduce,
Mi mostra cosa più mirabil poi,
Nè spero in vita un sol lieto soggiorno.
Chè se pur in un giorno
Vivo lontan dalla sua bella luce;
Non so qual morte rea tanto mi strugge,
Ch’i’ son pur vivo, e ’l cor lasso mi fugge.

MADRIGALE IV.

Non cretti, Amor, sotto lo imperio tuo
Sentir si crudel face
Negli occhi, ond’io sperai si dolce pace,
Quando que’ vaghi, e belli occhi s’apriro,
Incredibil dolcezza
Sentir mi fece l’alto operar suo;
Poi, crescendo il disio, crebbe il martiro:
Quando la lor bellezza
Mi mostrò cose più mirabil poi.
Or m’ha nel foco, Amor, come tu vuoi.
Ben so quel ch’ a te piace,
E segno un vivo sol, che mi disface.

FINE DELLE RIME