Pagina:Orazioni di Buonaccorso da Montemagno il Giovane.pdf/17

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Patria aliena gli fu rimproverata; alcuna volta la novità della schiatta in vituperio ricordata. E con quale animo stimate voi quello uomo impazientissimo tanta ingiuria avere sopportata? Era in quel tempo incitato con crudele spirito il suo offeso e provocato ingegno, e come uno viperino serpente col petto enfiato e venefico, il suo feroce e dispietato animo era commosso. Questo1, il quale sè padre della patria nomina, el quale è usato dire, questa bellissima Repubblica del suo splendore essere adornata, e le famiglie di tutti gli uomini illustri, e prestantissimi non solamente coi suoi costumi avere agguagliato, ma eziandio con ogni virtù degli antichi avere superate; con che animo pensate avere sostenuto, veggendo a sè la novità del sangue essere rimproverata? Strideva allora maravigliosamente coi denti, e contro a voi tutti con rabbioso anelito la concetta ira occultamente incitava; la quale non pensate, per avere il Consolato ottenuto, pel tempo futuro essere mitigata: conciossiachè non per le vostre grazie, ma per le sue eccellenti virtù e infinite, tanta degnità dovere conseguire stimava. Il perchè ora col medesimo empito, che innanzi, seguita; ora con queste opere la Città perturbare e molestare ordina: ora con questi consigli vendicarsi apparecchia, e la nobilità Romana a quello riducere, che mai per alcuno tempo la novità a lui sia rimproverata. La qual cosa, per certo sarà, Padri Coscritti, se ’l vostro prudentissimo animo alla nostra salute, e di tutta la Republica non riguarda e provede. Già innanzi da questo principe d’ogni perversità, da questo artefice di tutti gli scelerati, di sì crudele e pestifera corruzione, la nostra Città è stata maculata, e tanto pernizioso seme,

e mortale nella Patria sparto2, che se mai dalle radici un

  1. Secondo i grammatici si dovrebbe leggere questi, ma gli antichi sottointendendo uomo non serbavano questa regola.
  2. Sparto add. m. da spargere, diffuso, sparso, divulgato. Dante, Purg. C. 1. -

    Ambo le mani in sull’erbette sparte
    Soavemente il mio maestro pose,