Pagina:Ordini di cavalcare (1571).djvu/104

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88 LIBRO

sara vinto, non solo non si vuol più pungere, ma con la detta mano si accarezzera nel collo; & dapoi se pur alcuna fiata si ricordasse di ritornare al vitio suo, tantosto che a quella ora si toccasse dietro solo con la mano aperta, senza che altrimenti si punga, egli si ricorderà dell’error suo, & correggendosi caminerà del modo, che sara richiesto dal suo Cavaliero.

Come sara superato, & è gia libero dal sul cattivo proposito, et va sinceramente, si potrebbe ponere agli ordini, su’l passo, & su’l trotto, & su’l galoppo, & a repoloni, & a i torni & non solo mostrargli qual’è il modo di sapersi collocare & incavallar le braccia, & far la ciambetta nel maneggio, ma tutte le altre virtù, così come ho detto, & si dirà.

Messer Vicenzo Respino di Napoli mi disse, cbe egli hebbe nella cavallerizza del Re un Cavallo di molti anni restio, & che un giorno gli fece legare destro la coda per un piede uno animaletto, che si chiama Riccio spinoso, il quale incominciando a stridere, il Cavallo ne prese si gran terrore, che determinatamente con molta velocità si fece avanti al correre: tal che dapoi divenne si pronto al corso, che appresso fu necessario travagliarsi molto in aggiustarlo di bocca, che non tirasse via.

Et benche allora tal rimedio fusse a tempo, che cõ on on veniva a quella malignità nondimeno dico, che sarebbe disordine continuamente servirsene: perche il più delle volte farebbe il Cavallo stordire, o disperare, & non sempre intenderebbe quel che volete: così come ancora sarebbe legargli al sottocoda della groppiera un cagnuolo, o qualche altro animal mordente, & di gran voce, che penda da due palmi, et appresso legandolo con un’altra cordella, la qual si passi dapoi sulle coscie del Cavallo, & quella pigliã an an do il Cavaliero con la man destra, tirando, & len en tando il molesta di sotto: overo in cambio dell’animale legargli da dietro alla simil maniera un ferro lungo da un palmo, & mezo, & largo poco più o meno di tre dita, tutto pieno di punte a guisa di spine, et non volendo il Cavallo caminare, pur se gli tira a quel modo la cordell: vi risolvo, che tutte sono cose di poco momento. però seguite gli ordini detti dinanzi con ogni studio, perche solo con essi il vitio di restio liberamente si toglie. Ma non vi niego, che non convenga a Cavaliero haver notitia di questi, & di altri castighi, quantunque minimi sieno, et di quanto si può fare in correggere ogni difetto: de’ quali benche ve me potrei parlare infinitamente, perche non sono da cavarne frutto, & si ancora perche perderei il tempo, dovendovi ragionare degli altri effetti di più sostanza, mi è parauto tacendo convenientemente lasciarlo.

[Quando, cavalcandosi, gittasi in terra.]Ma se vi capiterà nelle mani alcun Cavallo, che cavalcandosi, caminato che havera un poco, o quã an an do si ferma, o in qualunque tempo si sia, se butta in terra; voi farete che un’huomo a piede, che sia bene esperto, se gli fermi all’incõ on on tro, dove delibererete che egli vada a tenersi, o dove sapete che si suol colcare: & tantosto come il Cavallo comincia ad avicinarsegli, colui minacciadolo di bastone

con