Pagina:Ordini di cavalcare (1571).djvu/32

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16 LIBRO

pur a quei luoghi, ove attondando di sproni si batte. Il quale attondare nel secõdo secondo secondo libro si fara chiaro.

[Avertimento per far più veloce il cavallo, quando va di diritto in diritto.]Quando il cavallo va in qualunque sorte si sia da dritto in dritto, o di passo, o di trotto, o di galoppo, o di carriera, volendogli dare maggior velocità, si vuole aiutar sempre co i calcagni pari, & così farete poi con gli sproni.

Come vi parerà ch’egli intenda il trotto, non solo da dritto in dritto, ma anco in volte, & intenda bene quando si vuol fermare, & riconosca un poco la briglia, a vostra volonta gli toglierete la cavezzana, & in cambio di essa gli ponerete le false redine, & [Quando si dee levar la cauezzana al cavallo e porli le false redini.]talhora quando si esce poi da i torni, si potrebbe anco andar di galoppo, quantunque sarebbe assai meglio non galopparsi mai, fin tanto che non intendera il parare, & le posate; & con la man temperata, et ferma, & forse al primo con l’una & l’altra mano, avvertirete sempre fargli portar il collo duro, & saldo di testa, & con facilita così fermo farlo venire alle volte. Et notate bene, che senza ponergli le false redine, portandogli la cavezzana con le redine solo, si fara effetto: & molti sono che giuntamente le portano; ma sara di più travaglio al Cavaliero, et alfine è quasi una medesima cosa.

[Quando, & come si hanno ad usarli li sproni.]In questo tempo ancora li ponerete gli sproni, o fra i torni, overamente quando anderete di trotto per la maiese da dritto in dritto: & benche si possano dare alla carriera, nondimeno al trotto è più da notarsi, & sara più cagione di farlo giusto, & assai presto: che donandogli alla carriera, bisognerebbe aspettare il tempo, che sappia correre, & parare, & intenda bene: & sarebbe con maggior disvantaggio, & non sicuro della sua virtu, per le ragioni che appressa intenderete. Però avvertite, che essendo egli o di poco, o di molto senso, & di qualunque natura si sia, accioche non vi usi qualche malignità, in quell’essere, & in uno instante, che lo batterete di sproni, dovete sempre aiutarlo di voce, perche col terror che prende di quella parola si divertirà da ogni mal pensiero, che tenesse in buttar calci, o in saltare, o in piantarsi, & difendersi da voi.

I nostri antichi non davano di sproni fin tanto che i Cavalli non erano ben fermi di testa, & intendevano tutti li ordini, secondo che in quel tempo si usavano, tal che a i cinque, a i sei, & sette anni, benche al modo loro andavano bene, non erano totalmente sicuri di quella bontà, perciò che al dare de gli sproni il più delle volte in quella età divenivano vitiosi (veramente ignoranza grande) che non si accorgevano, che i Cavalieri stessi erano cagione di tal’errore: perche essendo i loro Cavalli gran tempo assecurati con l’aiuto della bacchetta, & de i calcagni piani, & soli senza sproni, dapoi che si trovavano gagliardi & invecchiati con tutta la possanza loro, et dentro l’età robusta, come sentivano gli sproni, non conoscendogli, ne essendo in essi consueti, quanto più era il senso & la gagliardezza, tanto maggiormete al fine si avviliuano, & accoravano, & per quella cosa insolita temendo non si sapeuano risolvere, ne potevano cono-

scere