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2 Don Giovanni Verità

forse invidiato, se tutti dovessero accorgersi delle nostre sofferenze e stimarci più di prima, e sopratutto più di sè stessi. La nostra personalità afflitta nel corpo cerca compensi nell’anima e, poichè questa vale più di quello, tira a credere e a far credere che gli spasimi fisici abbiano, per chi patisce e per chi vede patire, valore morale.

Invece non hanno significato che per la patologia.

Avvenne così.

La sera al caffè piccolo e fumoso, pieno di braccianti, dove vengo a passare la prima parte della notte quando villeggio a Casola, alcuni gruppi di giovinotti, vantando mandati di Società Operaie, erano venuti a scongiurarmi di rappresentare Casola ai funerali di Don Giovanni Verità. Il Municipio, dominato da tutte le bigotterie e le imbecillità proprie dei contadi, non osava andare a Modigliana. L’arciprete, il priore, i grossi elettori montanari sempre padroni, avrebbero urlato d’indignazione se Casola fosse stata ufficialmente rappresentata alle esequie di un prete, che aveva avuto il torto di salvare la vita a Garibaldi. Giù nella folla, invece, alcuni vecchi garibaldini e molti giovani socialisti strepitavano incolleriti da una inerzia che avrebbe reso Casola ridicola presso tutti i comuni della provincia. Infatti i paesi di val di Senio, val di Lamone e val di Santerno avevano aderito o si