Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/108

Da Wikisource.

mani generosi avevano certamente partecipato alla difesa della città santa, ma il suo popolo vi aveva assistito come ad uno spettacolo. Se Roma si fosse difesa come Saragozza, gli eserciti stranieri discordi non l'avrebbero presa; se le popolazioni delle sue provincie fossero insorte, li avrebbero fatti prigionieri. Roma non era più Roma; i Latini, i Sanniti, i Bruzii moderni non somigliavano più ai confederati di una volta, frammezzo ai quali Annibale non aveva osato inoltrarsi. La Costituente si disciolse prosaicamente; Mazzini, ultimo italiano, dovette nuovamente esulare solo.

Appena tacquero i cannoni, squillarono le campane.

La città dei preti e dei servi, usa a vivere della ospitalità degli alberghi, accolse gl'invasori precedenti il pontefice e che tronfi della facile vittoria rattenevano a stento il disprezzo per un popolo senza coscienza di patria in una città, che era stata la coscienza del mondo.

Tutto era perduto. Caduta Roma, Venezia vincitrice non avrebbe giovato nè a sè medesima nè all'Italia.

Un silenzio di morte si stese sulla penisola, rotto dalle chiocce invocazioni del clero osannante nelle chiese al ritorno del pontefice, mentre un gran vuoto si faceva improvvisamente nelle coscienze di tutti. Quella rivoluzione vinta, insultata nell'