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La rivoluzione francese più abile e più profonda aveva preferito negare il cattolicismo per giovarsi dei dolori e degli odii da esso prodotti in tanti secoli di tirannia e di corruzione. Mazzini aveva sognato contemporaneamente la resurrezione e la rigenerazione dell'Italia. Era troppo. La lirica delicata e veemente del suo sentimento religioso, invece di sollevare gli animi contro le brutture del cattolicismo, riscalducciava la bigotteria latente in tutte le coscienze rendendo più ascoltati i preti, che affermavano essere nella religione l'unica verità della vita. Troppa era ancora l'ignoranza e la bassezza di cuore perchè il nuovo cristianesimo umanitario di Mazzini fosse compreso.
E piuttosto che una riforma questo pareva ai più una confessione umiliante d'inferiorità in faccia al cattolicismo, mentre la scienza aveva già spezzata da un pezzo l'orbita cristiana.
Invece Garibaldi, cansando il problema della rivoluzione religiosa, aveva urtato impetuoso nell'ignobile tirannia di Roma: quindi coll'infallibile intuizione popolare affermando cattolicismo e romanismo, clero e religione identici nell'attualità storica, aveva capitanato contro di essi l'odio delle plebi, solo rattenendolo negli accessi per magnanimità di natura. Se nessuna forma religiosa era stata rispettata da lui, nessun prete innocente o colpevole aveva patito per