Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/136

Da Wikisource.

... Ecco, veda; ho ancora in casa due fiaschi. Ma perchè mi ha spento il lume? scoppiò improvvisamente a dire.

— Via via, fa presto; non entro. Ho lasciato quei signori, vado a

trovarli. Metti il basto al mulo e sali sulla strada: noi vi saremo.

Lo lasciò.

Dopo cinque minuti Pio Nono apparve sulla strada tenendo il mulo per la briglia: la bestia s'arrampicava con passo violento, si sentivano i suoi ferri battere contro i ciottoli.

— Ohè, piano! urlava Pio Nono, rattenendola per la catena.

La bestia era impetuosa, nera e piccola. Pio Nono ansava.

— Ecco! esclamò scorgendo il gruppo dei signori. È un mulo troppo

vivo, e lo frenava con visibile sforzo, mentre colla voce sembrava incoraggiarlo, superbo di quella sua vivacità.

I tre parlamentarono; il capitano Leggero dovette inforcare il mulo.

— Io vado innanzi, disse Don Giovanni a Pio Nono traendolo in disparte

mentre teneva sempre la catena del capezzone nella mano, e il mulo impaziente scalpitava sbuffando: lasciami cento o centocinquanta passi di scampo; se incontro una pattuglia...

— Ah! — esclamò soffocatamente Pio Nono.