Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/164

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al mondo russo per sorgere alla propria unità. Francia e Italia, congiunte a Solferino, divise a Mentana, dovevano provare a sè medesime che le loro effimere differenze dipendevano dagli inevitabili egoismi dei loro governi, non già dal loro storico ideale. Garibaldi, che aveva perduto per opera della Francia contro il papato, vinse per lei contro la Germania a Digione; mentre l'Italia dichiarando al mondo la fine del papato salutava con Garibaldi una nuova Francia fra le rovine dell'impero napoleonico e il trionfo momentaneo dell'impero tedesco, fondatrice della repubblica moderna.

Solferino aveva congiunto le due nazioni, Digione fuse i due popoli.

Era la notte del 20 settembre.

Siccome le notizie arrivavano tardi e contradditorie, tutto il giorno si era discusso vivamente; si bestemmiava, si scherniva l'esercito monarchico, che per colpa del suo vizioso organismo a cento passi dal confine era già rimasto senza viveri. Cadorna il generale era già condannato, Bixio furioso e furiante bruciava gli ultimi razzi garibaldini cercando di affrontarsi con La Charette e minacciando di bombardare il Vaticano. Il popolo, che sollevatosi unanime aveva spinto il governo su Roma, si agitava ancora nel medesimo oscuro senso della propria epopea moribonda. L'ultima onda del canto