Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/197

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VI. [La via Emilia]

In tutta la mia vita di trentaquattr'anni non ero mai rimasto a letto un giorno solo; adesso sono già tre mesi che non me ne alzo, e il medico non osa rispondermi allorchè lo interrogo febbrilmente:

— E così, quando mi fai uscire?

Il peggio della cura è superato: ho sopportato venti giorni e venti notti un chilogramma di ghiaccio sul ginocchio, stando immobile come un cadavere. Il freddo che si produceva sotto le lenzuola era così intenso che la pelle mi è rimasta accaponata per tutti quei venti giorni. Mangiare non era possibile, per riscaldarsi o stordirsi il bere non bastava. Non ho potuto nè leggere nè scrivere. Gli amici venivano e ritornavano nelle varie ore del giorno; la mia vecchia cameriera mi si affannava talmente