Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/207

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sosta di tutti il più forte poteva pretendere di fissare per sempre la propria immagine, mutandosi così per quelli che giungerebbero in nuova ragione di fermata.

Nella strada come nella natura uomini e viventi sono eguali. Nessuna feroce e demente fantasia di tiranno ha mai pensato ad interdire la strada a qualcuno, alzandola a privilegio di classe. Il cavallo più veloce e il pellegrino più lesto possono raggiungere e sorpassarvi chiunque vada più lento; a tutti gli stanchi i margini offrono lo stesso erboso sedile, ma non vi sono posti privilegiati per nessuno; non vi è regola pel passo, norma alla fermata, obbligo di ore nel viaggio. Tutti sono egualmente liberi di proseguire o di arrestarsi, di tacere o di cantare.

All'ombra dello stesso albero, forse nel medesimo giorno si saranno fermati un grande poeta e un accattone scemo; dal medesimo parapetto di ponte avrà abbassato lo sguardo Giulio Cesare e la bimba reduce dalla più vicina bottega coll'ampolla dell'olio nelle mani. Mentre Caio Mario sarà passato ruminando il gran disegno di distruggere i Cimbri, dietro lui un vecchio mendicante, incantatosi nello spettacolo delle legioni, avrà sorriso lungamente calcolando il guadagno del concime raccattato entro un cesto, estremo capitale di tutta la