Pagina:Oriani - Fino a Dogali.djvu/233

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delle altre grandi nazioni europee aveva già raggiunto o stava per raggiungere l'unità politica.

Dante aveva conchiuso il medio-evo, Michelangelo riassumeva il risorgimento, Colombo apriva l'avvenire: tutto il mondo si accodava a questi tre italiani. L'Italia, palestra dell'Europa, non doveva chiudersi in nazione per non negarle la propria civiltà.

Macchiavelli, è stato detto, fu la coscienza italiana che nelle proprie contraddizioni meglio riflettè ed espresse le antitesi di tale posizione storica.

Niccolò Macchiavelli nacque, come si direbbe oggi, di buona famiglia: la casa non era ricca, il padre morì presto. Non si hanno del giovine le solite notizie profetanti un grande avvenire; fu educato assai bene come usavasi allora che la coltura era al tempo stesso distinzione e passione di classe. Michelangelo a ventinove anni aveva già compito parecchi capolavori, Macchiavelli invece, non distintosi in Firenze tutta piena d'ingegni, che fra un cerchio abbastanza ristretto d'amici, ottenne a stento fra quattro concorrenti l'ufficio di segretario col titolo di cancelliere della seconda cancelleria del comune. Il posto era meno che grande, il grado non illustre, ed egli l'illustrò. Marcello Virgilio Adriani, umanista importante, allora segretario di Stato, lo predilesse: era gonfaloniere Piero Soderini,